Si sente spesso affermare che la nuova edizione della ISO 9001 ben si adatta alle grandi aziende, ma non è per quelle medio-piccole, che ben capiscono l’utilità di mettere sotto controllo la produzione, ma non sono interessate a formalizzare i processi strategici.
Avendo avuto l’opportunità di lavorare sia in imprese multinazionali che in piccole realtà dissento profondamente da questa affermazione, e, al contrario, penso che questa nuova edizione della norma sia particolarmente utile alle PMI; vediamo perché.
Per PMI, a norma articolo 2 dell’allegato della raccomandazione 2003/361/CE, intendiamo «La categoria delle microimprese, delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) costituita da imprese con meno di 250 occupati, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro».
Ma quali sono i tratti dominanti in questo tipo di aziende?
Innanzitutto la centralità dell’imprenditore e la presenza di uno stretto legame tra famiglia e impresa; l’organizzazione è per lo più di tipo semplice e informale; anche se è presente un organigramma non sempre nella prassi sono rispettate autorità e responsabilità delle varie funzioni aziendali.
Ancora, le PMI operano generalmente in ambiti ristretti, relativamente a prodotti e segmenti di mercato, aree geografiche servite, processi e fasi realizzati internamente. Inoltre, se questo tipo di imprese hanno generalmente i loro punti di forza nella rapidità decisionale, flessibilità, motivazione e coesione delle risorse, facilità nella comunicazione interna, hanno spesso limiti importanti nel livello di analisi propedeutiche alle decisioni, nello scarso ricorso a strumenti e modelli di programmazione e controllo, nell’attenzione prevalente sull’operatività a scapito dello sguardo strategico.
In questo senso l’analisi del contesto prescritta della ISO 9001:2015 può portare interessanti spunti di ragionamento all’imprenditore e ai suoi collaboratori, guidandoli nell’analisi strategica e nell’elencazione e valutazione sistematica dei fattori di rischio della gestione.
Infine l’accento posto sui rapporti con gli stakeholder e le relative questioni reali e potenziali, la comunicazione e l’importanza data ai processi esternalizzati e quindi al grado di integrazione del processo produttivo, focalizzano l’attenzione su aspetti spesso non debitamente esplorati se non in caso di emergenza e, per così dire, a danno già fatto.
In questo senso l’adozione della nuova versione della norma 9001 si sta rivelando un ottimo strumento di crescita per tutte quelle piccole-medie imprese che hanno fatto la loro fortuna sul “saper fare”, ma che ora si sono rese conto che la competenza operativa non è più sufficiente se non è corroborata da ragionamenti molto più ampi che aiutano a capire quanto questa competenza sia richiesta, da chi, a quale prezzo, a quali condizioni, con quali competitor, ecc.
Senza contare lo stimolo a guardare avanti e ad affrontare le questioni relative a continuità aziendale, innovazione, opportunità presenti sul mercato, necessità di innovare non solo in impianti ed attrezzature ma anche relativamente a modelli e competenze…
Davvero molti ottimi motivi per far salire il sistema qualità a livello strategico.
Lucia Profumo